I bambini vengono a scuola e portano i loro pensieri e sentimenti, parole e immagini, idee e fantasie. Sono intensamente curiosi del mondo. Sono scienziati, artisti, musicisti, storici, ballerini e corridori, narratori di storie e matematici. La sfida che abbiamo di fronte come insegnanti è quella di utilizzare la ricchezza che i bambini portano. Sono dotati di una mente che ha due lati. Dobbiamo incoraggiarli a usare la loro mente, per sviluppare entrambi i tipi di pensiero in modo che abbiano accesso alla gamma più completa possibile delle capacità mentali.
Linda Williams, Teaching for the Two Sided Mind
Negli ultimi anni gli studiosi e i ricercatori occidentali stanno intensificando lo studio sull'uso dell'arte in educazione, in particolare per quanto riguarda i bambini provenienti da ambienti svantaggiati o migratori o con difficoltà di apprendimento. Migliaia di progetti di diverse dimensioni, micro e macro, sono stati sviluppati in tutta Europa per favorire pedagogie innovative che utilizzano tutti i tipi di arti nelle scuole primarie. Alcuni di essi sono stati molto "empirici", mentre altri sono stati sostenuti dall’analisi e dalla valutazione di diverse prospettive disciplinari: scienze sociali, pedagogia, psicologia, antropologia, studi culturali.
Il progetto META "Educazione alle Minoranze attraverso l'arte "si basa sull'idea che le arti migliorino la motivazione degli studenti, la loro concentrazione, la fiducia, il lavoro di squadra, le capacità cognitive, il pensiero critico, le capacità verbali, tra le altre competenze chiave. In altre parole, l'uso delle arti nella classe è strettamente legato al successo scolastico degli studenti, al loro sviluppo sociale ed emotivo, allo sviluppo di impegno civico, di opportunità eque di inclusione, che non deve avvenire solo in classe, ma nella società nel suo complesso.
META mira pertanto a fornire una conoscenza approfondita delle metodologie e degli strumenti efficaci che utilizzano diverse forme d'arte per ridurre le disparità tra gli studenti della scuola dell'infanzia e di scuola primaria provenienti da gruppi minoritari, tra cui Rom, sviluppando una didattica innovativa e collaborativa e una metodologia di apprendimento che possa contribuire alla coesione sociale, alla cittadinanza europea e alla crescita economica.
L'introduzione in classe di musica, danza, canto e delle arti visive, tra le tante altre forme di arte possibili, mira a coinvolgere i bambini attivamente attraverso percorsi educativi innovativi e divertenti in modo da facilitare la loro integrazione nel mondo della scuola, che potrebbe altrimenti presentare ostacoli insormontabili.
Un'Europa inclusiva non può permettersi che così tanti bambini provenienti da percorsi svantaggiati abbandonino la scuola molto presto, a volte senza aver completato i corsi formativi minimi. In qualità di esperti di educazione e attivisti per il cambiamento, non possiamo accettare che bambini appartenenti a gruppi minoritari siano sproporzionatamente sovrarappresentati nelle fila della dispersione scolastica e abbiano le performance meno soddisfacenti solo perché hanno bisogni educativi specifici che attualmente non trovano corrispondenza nella politica di istruzione tradizionale.
Tuttavia, il rischio di abbandono scolastico o di alienazione in aula non riguarda solo i bambini appartenenti a gruppi minoritari o provenienti da famiglie migranti: tali soluzioni pedagogiche innovative hanno dimostrato di essere molto efficaci per tutti i bambini e possono anche contribuire alla sensibilizzazione per gli insegnanti ed il coinvolgimento di tutti i genitori.
In un'Europa caratterizzata da agitazione e paura, dove la principale vittima del terrore è la fiducia e la solidarietà tra i cittadini, l'educazione dei migranti sembra essere la questione più importante da affrontare nel corso dei prossimi decenni.